

Da sistemare
CONTRASTO Un arrangiamento è un'avventura.
I brani giocano con i livelli di energia, e di conseguenza le nostre aspettative.
È quello che chiamano tensione e release. Come le montagne russe, vanno in alto, poi basso, poi ritornano leggermente in alto per abbassarsi e poi altissimooooo. Leggero/Forte Sparso/Pieno Legato/Staccato Vicino/Distante Avere un loop e non arrangiarlo è come non fare alcun passo in una stanza di 1 metro quadrato in centro a Milano. Hai più di 5 milioni di tracce da cui estrapolare i tuoi arrangiamenti.
COLLABORA
Non c'è bisogno di spiegazioni.
PERCHÉ SEI NELLO STUDIO OGGI?
Presentati nello studio sempre con un'intenzione, non come pressione ma come affermazione.
Puoi cazzeggiare ma con intento.
LE EMOZIONI CHE TI HANNO FATTO INIZIARE IL BRANO
CREATIVE MOMENTUM TIENILO.
I BLOCCHI
Il problema potrebbe essere non avere abbastanza idee per arrangiare.
Come costruisci una torre con un solo Jenga?
Ti giuro che non sapevo quanto fosse facile prendere un loop, ripeterlo, tenere i blocchi principali, cancellare alcuni e aggiungerne di nuovi.
Ecco, hai fatto un altro loop, niente di nuovo da quello che già fai.
Ora costruisci un ponte di transizione tra i due e avrai già 1 minuto finito. Ora fanne altri. Fai altre transizioni.
Macroarrangiamento, sequenza delle sezioni, e gestione dell'energia.
Hai tre variazioni di quel loop, ora fai variazioni alle variazioni fino a quando differiscono dall'idea originale.
Rendili meno loop pensando da macro a micro, arrangiando in maniera irregolare i singoli blocchi di una sezione, e mettendo tutti gli altri dettagli e singoli eventi di cui ha bisogno la traccia.
Microarrangiamento, struttura dentro sezioni.
E hai un brano, se ti sei svegliato bene potresti avere senza neanche averci pensato 10 minuti di brano.
Quando pensi alla musica come blocchi tutto ha più senso.
Più facile a dirsi, ma quando ti rendi conto di quanti schemi e griglie esistono e come puoi romperli, per comporre un puzzle.
Non pensi a Intro, Ritornello, Break ma BLOCCO.
Dai mini blocchi che sono i singoli componenti sonori che compongono i maxi blocchi che sono una sezione di un brano.
Arrangiamento Progressivo
Più sezioni senza ripetizione, unite da un suono specifico.
Arrangiamento Sottrattivo
Tutti gli elementi che vengono poi sottratti per creare diverse sezioni.
Arrangiamento Additivo
Mini scheletro da cui vengono aggiunti suoni per fare diverse sezioni.
Arrangiamento Casuale
Più sezioni senza stacchi netti e con cambiamenti instabili, non è né statico né dinamico, è fluido.
QUALITY LATER
Sono il maggior colpevole di questo, e se anche tu sei fissato con la sound selection allora potrai capirmi.
Fai un loop fantastico e inizi da subito a pensare ai dettagli. Così via di effetti, texture.
I loop non devono essere capolavori prima che hai una canzone decente.
Non è sbagliato come approccio, ma se non funziona per un po' prova l'approccio orizzontale.
Nella grafica lo stesso, prima fai lo scheletro dove poggiare i singoli elementi vettoriali, texturine, effettini, ce le metti dopo.
Tieni una soglia in cui va bene aggiungere dettaglio prima di andare avanti, nel mio caso sono i dettagli che mi fanno innamorare del brano.
E anche alla fine:
Invece di avere il midi che puoi sempre modificare i suoni di synth o altro, fai un bounce della traccia, quello che è ora sarà per sempre.
Un brano non è mai finito, è interrotto.
Non dico "less is more".
Less is more solo quando sai cosa è more.
Quale magnificenza avrebbe un tempio induista del Tamil senza 33mila sculture di colori diversi?
Come sarebbe Bohemian Rhapsody se durasse come un brano di The Weeknd?
Confondiamo basic per semplice.
Confondiamo complesso per buono.
Si un pazzo sgravato.
Ma fidati, nessuno sentirà quel low cut di quel suono basso di sottofondo di un cane che abbaia, neanche tu lo senti.
Ci facciamo più cazzi di quanto fanno gli altri.
COSTRUISCI UNA SCENA
Mi sono reso conto che tutti i brani che riesco a finire sono quelli da cui riesco a estrapolare scene, consistenze tattili, colori, movimenti.
Quando un brano mi emoziona mi ritrovo spesso a mettere Pinterest di fianco a Ableton per attingere a un mondo estetico, che mi suggerisce i suoni, come organizzarli, quali sezioni si merita il brano, se sezioni intense, ambient, acustiche, glitch ecc...
A quel punto quando inizio a costruire la scena riesco, vedo la luce, la sintonia, la spontaneità necessaria per mandare avanti il brano, e l'energia che mi serve anche per le parti più razionali che vengono dopo.
Costruisci storie.
RICICLA
Come in cucina, anche qui non si butta via nulla.
Ricampiona tutti i suoni di brani vecchi per fare una traccia nuova.
O fai come Flume, remixa te stesso.
Quel maledetto balzo che separa idea da esecuzione.
Brian Eno diceva che esistono due mentalità:
L'architetto che ha in mente il risultato del progetto già dall'inizio, sa le dimensioni, i materiali ecc...
Il giardiniere che come responsabilità ha solo annaffiare le piante e lui non sa se saranno blu o peggio se cresceranno, è persistente.
E un giorno saranno belle abbastanza per essere ammirate dagli altri.
Pensare come l'architetto porta alla mia sofferenza e frustrazione, pianificare e forzare ogni cosa non lascia spazio alle sorprese.
Quello che possiamo fare è annaffiare, lasciare che l'universo faccia tutto al posto nostro e noi siamo il suo portale.
Ci sono casi in cui mi parte letteralmente un brano intero nella testa mentre dormo.
Soltanto una estrema sicurezza con i nostri tool ci permette.
Come dice Rick Rubin è una questione di risolvere l'attaccamento all'idea e il prodotto finale e lasciare che il seme si evolva come l'universo vuole.
È l'ora di pensare come un giardiniere.
Se sei nell'ombra dei tuoi vst, regola del 3
Se sei come me, che passa 40% delle session a cercare plugin oscuri su Github e max4live (dovrei farci una lista), sai cosa vuol dire avere l'hard disk pieno di possibili scenari.
L'industria della produzione musicale vive soltanto di questo, dei plugin, tutti gli youtuber che giocano con la FOMO sul nuovo ennesimo vst di sintesi granulare quando in realtà ti bastano già i tuoi 10.
Sì, lo so, quello lì ha un'interfaccia meravigliosa.
Ma li conosci i tuoi?
Quel plugin che hai "comprato" lo scorso mese che migliora i tuoi mix con un solo knob? Oppure quelli stock inclusi con la tua DAW?
È comprensibile avere le proprie secret sauce, nel mio caso scavare l'internet per trovare tools è parte del mio processo.
Provare un giocattolo nuovo e fare suoni strani fino a quando trovo spontaneamente un'idea centrale che ispira il brano.
Impariamo dalle nostre lacune.
Ma ricorda che c'è gente di 20 anni che si è fatta un nome mettendosi in gioco, eppure ancora adesso non sanno cosa faccia un compressore, e non sono mai stati ultranerd di Max/Msp. Hanno solo l'orecchio e l'istinto oltre la norma.
Hai dimenticato cos'è l'istinto, spirito bambinesco, non preoccuparti di distruggere, distruggi, rovina, muoviti, canta, fai beatbox, inventati una challenge idiota.
Sbaglia
Chi ti ha detto che lo snare va nel battere? che i testi devono essere leggibili? che le sezioni devono ripetersi? che non puoi mischiare blu e marrone?
Anche se fai pop, chissene frega, ne abbiamo già quintali di brani con lo snare sul battere.
Guarda quanti nuovi strumenti hai adesso per comunicare il tuo breakup alle ragazzine in pubertà.
Hai dimenticato cos'è la logica?
Ti sei abituato così tanto al fatto che la musica è un atto spontaneo che quando arrivano le parti a cui bisogna metterci un po' di testa, come finire i brani, mixare e masterizzare.
Salti direttamente al prossimo brano.
Questo è il contrario, ma fidati, metti un po' delle tue energie a fare un brano completo in meno di un'ora in ogni sessione.
Le tue energie sono rivolte verso qualcos'altro.
C'è una paura o credenza che ti sta impedendo, nella creatività essere dominati dalla paura è il primo modo per tagliarsi le gambe da solo.
Non fai musica per te stesso
I problemi cominciano quando iniziamo a mettere pressioni sull'arte e pretendiamo da lei.
Cito Rick Rubin, pazzo sgravato:
"If you’re looking for the work to support you, you may be asking too much of it. We create in service to art, not for what we can get from art."
You may yearn for success as a way to leave an unfulfilling job and support yourself through your passion. This is a reasonable goal. However if the choice is between making great art and supporting yourself, the art comes first.
Rientrano in gioco questioni come la mancanza di motivazione, il perfezionismo, o godere solo di soddisfazioni a breve termine.
E di soluzioni ne siamo pieni, dai reels di self-improvement, fino a tua nonna.
Ricordare cosa ci ha fatto iniziare e dall'altra parte a quali orecchie devono arrivare i brani (gli studenti dello IULM, i raver, gli hipster su bandcamp, soltanto le nostre), fa la differenza.
E se i risultati non arrivano,
E facile scoraggiarci davanti al meccanismo delle playlist e la playlistificazione della musica o delle nicchie che in Italia che non si alimentano.
Ne cito una di Mace durante un'intervista con Dikele:
"Ho preso ogni parte della realizzazione del disco sul personale.
Mi sono caricato di roba, e quindi insicurezze.
Alla fine fregatene, l'importante è che sai che potrai diffondere la tua espressione."
Ne ho visti di giovanissimi in studio già in sbatta solo col primo disco, si sente che non si stanno divertendo, si mettono già nella prospettiva del dover vendere, senza godere della gioia di poter fare il lavoro più bello al mondo."
In poche parole, fai musica come se nessuno stesse ascoltando.
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